“Volentieri proponiamo alcune riflessioni di presentazione su questo bel libro di Marilena, ormai nota nel mondo cattolico per il suo impegno di stimolo nei confronti della Chiesa su tematiche spesso dimenticate se non, a volte, osteggiate. Il movimento da lei fondato sta dando i suoi frutti, ne è una prova anche la recentissima enciclica di Papa Francesco. Il progetto di Dio, di cui parla Marilena Bogazzi, in realtà sembrerebbe non riuscito bene: Dio quando crea il Mondo vede che è buono. Vi ricordate che dice “vide che era buono”? E sembra che abbia detto anche: “ma cal dura” “purché tenga, purché duri”. Ma questa frase che è piemontese, ha un’origine ebraica ossia Dio è un Essere Onnipotente, onnisciente, ma nello stesso tempo, e non spieghiamoci come questo avvenga, ha dei dubbi. Nei primi tre capitoli della Genesi ci sono già esposti tutti i guai futuri, ossia si vede che Dio fa una promessa ma ci sono dei pericoli di gran lunga maggiori della promessa. In altri termini: ma perché Dio combina queste cose? Non sapeva cosa sarebbe successo? Dio sa tutto e allora dobbiamo immaginare, forse, che Dio sapeva tutto, ma che non abbia voluto raccontarci come l’uomo avrebbe avuto la possibilità di percorrere una via di salvezza diversa, perché dal racconto della Genesi sembra che Dio quando proibisce ad Adamo ed Eva di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male “Dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” (Gen. 2, 16-17) non sappia se la mangeranno o no. E come è possibile che Dio non sapesse che l’avrebbero mangiata? Questo è un problema, diciamo così, insolubile nel racconto biblico. Ma Marilena Bogazzi, che pone lo stesso problema con parole diverse e meno pressanti, chiedendosi come Dio possa COMANDARE di AMARE fa da subito intravedere la soluzione: tutto il Progetto di Dio è basato sull’amore di Dio per l’uomo e il creato, che sono il vero Tu di Dio, con cui il Signore dialoga in una costante dialettica, che parte dalla Creazione per arrivare attraverso Gesù Cristo a ricostruire, rispettando sempre la libertà dell’uomo ed esigendo la sua collaborazione, quel mirabile Progetto di Amore. Si parte dalla Creazione del mondo per arrivare dopo la sofferenza del parto alla realizzazione della Nuova Gerusalemme.
Due sono poi le tematiche presenti in questo libro che vorremmo sottolineare: la tenerezza di Dio e la compassione verso tutte le creature.
1) La TENEREZZA di Dio “Il Creatore ha verso le sue CREATURE un atteggiamento (come dice il Salmo) di tenerezza”. La Bibbia comunica costantemente la tenerezza, la misericordia e l’affetto di Dio nei confronti dell’uomo e di tutti gli esseri viventi. È fonte di continua consolazione nonostante i ripetuti tradimenti del popolo d’Israele. Dio è sempre pronto a ricucire il rapporto, nulla riesce ad arrestare la sua bontà: “Per un breve istante ti ho abbandonato, ma ti riprenderò con immensa tenerezza” (Is. 54, 7); “Io li guarirò dalle loro infedeltà, li amerò di vero cuore” (Os. 14, 5). La tenerezza di Dio è paragonata a quella di un padre verso i suoi figli: “Come un padre prova tenerezza per i suoi figli, così il Signore è tenero verso quanti lo venerano” (Sal. 103, 13). La tenerezza di Dio è paragonata a quella di una madre: «Sion ha detto: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato”. Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non intenerirsi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is. 49, 14-15). La tenerezza di Dio è paragonata all’amore coniugale: “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata” (Ger. 21, 2). “In rapporto a tutte le metafore che la Bibbia utilizza, la tenerezza divina è costantemente descritta come una ‘compassione’, nel senso più alto e coinvolgente del termine, un lasciarsi commuovere e un partecipare al vissuto dei suoi” (“Teologia della tenerezza”, op. cit., pg. 129).
2) La COMPASSIONE verso tutte le creature Nella Bibbia e nella tradizione rabbinica si introduce gradualmente, ma costantemente, la convinzione etica che la COMPASSIONE è il primo cri
terio, che deve guidare il nostro comportamento verso tutti gli esseri viventi, in particolare verso gli animali; numerose sono le norme compassionevoli che tendono a limitare la sofferenza negli animali: gli animali ad esempio hanno diritto al riposo sabbatico, così pure non bisogna arare un campo con un bue legato con il giogo ad un asino per evitare la sofferenza che ne deriverebbe dalla disparità di forza, è vietato mettere la museruola al bue mentre trebbia, perché ha diritto di nutrirsi del prodotto del suo lavoro. Possiamo quindi ben sostenere che nella Scrittura troviamo sempre presente la compassione verso tutti gli animali.”
Paolo De Benedetti